Ieri sera sono stata all’incontro con i candidati sindaci di Genova organizzato daI Fatto quotidiano al teatro della Corte. Premetto che nessuno si poteva aspettare affermazioni concrete, fatti, punti di un qualche programma . Io non mi aspetto più da un politico cose come queste. Qualcuno lo fa ancora? Ho smesso di aspettarmi risposte a domande. Anche se va detto, ieri sera qualche risposta vaga, filosofica è stata data.
Aldilà delle idee, ascoltate, che possono essere condivise o meno, è stato interessante vedere coi i propri occhi come ognuno dei candidati recitasse alla perfezione il suo ruolo. Nel modo di vestire, di parlare, di gesticolare. Ognuno nei suoi panni su misura. Voglio divertirmi a farne un’analisi personale.
Il candidato del movimento 5 stelle, Paolo Putti, con la sua camicia a quadretti un po’ stropicciata, non sembrava a suo agio sul palcoscenico. Il tono della voce però era chiaro e tranquillo, in alcune fasi più alto in aggiunta al gesticolare. Questo accadeva quando più che mai voleva affermare di essere un ‘grillino’ di una pasta diversa da quella dei politici. E credetemi con i capelli disordinati lo faceva bene. Mi viene da dire che era fin troppo se stesso.
Il rappresentante della lega nord, Edoardo Rixi, composto e curato nell’abbigliamento, produceva fiumi di parole, con un tono placido. D’altronde che altro poteva fare, data la situazione in cui è il partito di appartenenza?
Giuseppe Viscardi della lista civica gente comune è una via di mezzo, fra il politico e il cittadino, è alla perfezione il candidato della lista civica per la città. Scritto fra le parole pronunciate ‘non ce la farò ma almeno ho detto la nostra’.
Susy De Martini della destra, parla al passato, facendo quello che più i politici amano fare: raccontare per filo e per segno gli errori degli altri. Quando non ha lei il microfono chiacchiera sottovoce con Travaglio. La tipica signora ‘albarina’ si direbbe qui a Genova. Il suo è un ruolo quasi pedagogico, qualcuno che è lì, su quel palco e in campagna elettorale, perchè i cittadini ascoltino e siano informati. Non traspare alcuna convinzione nel diventare sindaca.
Marco Doria è un filosofo. Prende appunti durante le domande.Il suo tono, bisogna ammetterlo facilita lo sbadiglio. L’abbigliamento è quello di chi vuole essere riconosciuto nel ruolo di politico ma non troppo cravatta si, completo no.
Armando Siri del partito Italia nuova, sembra crederci davvero. Il tono è pacato e lineare, in alcuni momenti pare perfino rispondere alle domande.
Enrico Musso, anche lui prende appunti, che dire è il più politico di tutti nel porsi, nel vestirsi, nel parlare. Sul finale si lascia andare coi toni facendo il suo comizio.
Roberto Delogu dei comunisti sinistra popolare. Basterebbe quanto appena scritto, sta li, nel modo di essere di parlare è rimasto ad un ideale che probabilmente è vivo in qualcuno ma che non ha legami con la realtà.
Questa è la mia personale visione dell’incontro di ieri, non sta a me emettere verdetti globali, ma personali.Questa è la visione, di qualcuno che è andato all’incontro nel speranza di capirci qualcosa… di essere stupito, ma nulla di ciò è accaduto.
Voglio ringraziare le signore sedute accanto a me, che voltandosi ogni volta, con discrezione, che non approvavano un mio commento o di chi era con me. Mi hanno fatto capire che la democrazia è indispensabile e bella. Chiudo con Don Gallo, che ricorda un episodio della sua vita, in cui il sindaco di allora dava appuntamenti alle 730 del mattino. Un ricordo romantico che voleva essere un auspicio ma che non lo sarà.