Seconda puntata dell’imperativo femminile. Alcune parole che piacciono tanto ai magazine femminili:
tempo
il tempo è esso stesso un imperativo. Corre, passa sempre più in fretta, non se ne ha mai abbastanza. Il diktat è che va trovato per cose fondamentali come: la depilazione, il trucco, le domande da fare a lui ecc ecc
sulle riviste per donne (pensateci se avessi scritto ‘per uomini’ avremmo pensato ben altro.. ) viene trasmessa ben chiara l’ansia da tempo inafferrabile e a chi non capita di impanicare… non è definibile donna.
non voglio/voglio …mi basta
qui le parole spaziano ovunque, da:
– non volere un compagno
– poter vivere felice senza uomo
– volere un figlio a tutti i costi
– quali cosmetici…cibi…
in generale un insieme di cose che una donna è istintivamente (?) portata a volere o non volere
comprare
devo davvero spiegarlo?
i numeri
i numeri nella loro forma matematica sono molto utilizzati per la comunicazione diretta con chi sfogli le pagine, non si può perdere il conto di quanti capi bisogna comprare e di quante cose bisogna riuscire a fare in quello specifico arco di tempo
addirittura i numeri battono il tempo e umiliano: se non ne si è fatto e/o comprato almeno 1 cosa su 10 non si può essere considerata donna
termini inglesi
sono molto utilizzati, anche essi definiscono la donna per eccellenza, in più concorrono a far sentire fuori ‘dal giro’ chi non li capisce ne li pronuncia. Passando oltre danno veri e propri ordini: proponendo attività fisiche, ricette, modalità di trucco ….
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Quanto è esemplificato e semplificato qui sopra racchiude solo una piccola parte del linguaggio ‘ultra-femminile e contro-femminile’ dei magazine.
Non è la donna a definire se stessa in quanto singolo, ma deve necessariamente rispondere agli ordini di un linguaggio che parla solo ad una categoria: ‘le donne’ che esso stesso crea e definisce. Alla donna l’unico compito di rispondere a quel linguaggio in modo adeguato, in modo da poter essere incasellata nella definizione di donna.