FEMMINICIDIO.
Una parola che sempre più spesso si sente nei tg, si legge in rete, si ascolta alla radio. Siamo stati costretti ad utilizzarla, a ritirarla fuori dalla polvere, per sottolineare il suo significato e il suo contenere FEMMINA. Femmina contrapposta all’uomo, che l’ha uccisa, che l’ha picchiata.
Ci serve, per ricordare la parte fragile della donna, la contrapposizione con il corpo potente del maschio. Una parola che deve continuare ad affermare e a negare allo stesso tempo che la donna è posseduta dall’uomo.
Un altro termine da inserire nell’imperativo femminile. Ne avevamo proprio bisogno? Purtroppo devo rispondere sì.
Si tratta di un altro ‘imperativo’, di cui non avremmo bisogno, se vivessimo in una cultura in cui la parola libertà non possedesse distinzioni di genere.