Una riflessione dal passato, già sull’#imperativo femminile

Spulciando qua e là fra le cose scritte in passato ho trovato questa e voglio condividerla:
Maggio 2009 – Uomini e donne cominciano a fare confusione; prima era una questione di modelli, gli uomini da una parte e le donne d’altra; ruoli ben definiti zone di accesso limitate. Ora i confini sono labili e  si sorpassano facilmente e volentieri. Passi avanti, verso quella bella parola che è: l’emancipazione della donna, forse.L’evoluzione dei ruoli ha  permesso di accedere a professioni e luoghi prima inaccessibili e con non pochi vantaggi: ora, per esempio, anche le donne possono uccidere, fare il soldato. Lasciamo da parte poi, la pratica sessuale che assume mille forme differenti in cui i ruoli non sopportano più di essere definiti. L’interazione sessuale è giunta ad avere nuove forme sociali tramite internet e la comunicazione mediata dal computer, di conseguenza i generi si creano diversamente tramite questi mezzi. Si può azzardare che il genere sessuale sia sorpassato: andare oltre il genere significa che noi tutti, quotidianamente, siamo impegnati in un gioco di segni, di seduzione delle apparenze, in cui non sempre è necessario identificarsi come uomo o donna.Sembrerebbero grandi passi avanti per la “femmina” ma, rimane il fatto che nelle pubblicità le donne sono poco vestite, al contrario se lo sono si tratta della pubblicità di un detersivo per piatti! Certo anche l’uomo, è nudo ma  solo  per l’ennesimo consolidamento del suo ruolo, per ricordare che la visione di partenza è sempre rappresentata dal dualismo uomo-donna della società occidentale.

Rimane il fatto, che le donne vengono comunque picchiate in famiglia, e sono discriminate al lavoro, certo se ne fa un gran parlare ma, resta  fermo il punto che pur trasgredendo nei ruoli maschili sono sempre prigioniere della famiglia e dei pregiudizi. Rimane il fatto, poi, che non sono loro a decidere se scegliere la famiglia o il lavoro, tutte e due no? Dati tutti questi fatti e punti fermi, ne deriva che il controllo che si esercita sulle loro azioni è necessario perché rappresenta l’ennesima riprova  che l’identità occidentale si riproduce e legittima. È importante mettere in evidenza che gli sconfinamenti, i ruoli misti cozzano sempre con la visione dicotomica di uomini e donne insita nella società e soprattutto da essa sono definiti. Cosa realmente è cambiato quindi? Nulla forse.

L’identificazione  delle donne che emerge non rispecchia quello che la retorica modernista  riconosce come successi  e realizzazioni femminili. Insomma alle donne tocca tornare in piazza per difendere vecchie conquiste. È necessaria la convinzione e la consapevolezza di tutte le donne.

Se  si vuole trovare uno specchio “vero” della società attuale basta provare a cercare su Google  i termini “uomini” e “donne” facile immaginare cosa apparirà fra i risultati? Non certo vecchie storie di fabbriche che bruciano ma il viso sorridente di Maria De Filippi.

 

Fonti:

T.Pitch Un diritto per due

J. Butler Corpi che contano

D. Vaccarello Gli svegognati

http://www.sorelleditalia.net/

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto