Ha vinto l’antipolitica, sta avanzando l’antipolitica, vincono i partiti anti–partiti. I titoli di oggi per la maggior parte recitano così.
Tante definizioni incomprensibili ai più, costruite dai media per classificare qualcosa, che forse nemmeno essi stessi sanno definire. Come può, in un’azione prettamente di tipo politico, avere la meglio ciò che viene definito anti-politico?
Magari è solo un problema di termini e definizioni, ma le parole contano e non mi sembra affatto un buon segno che in un paese, che qualche problemino lo ha, vinca o emerga chi si butta in politica ma non la vuol fare o meglio si dichiara distante da essa. Magari c’è chi non è anti-politico davvero, ma fatto sta che così è definito agli occhi di tutti.
Non ne faccio una questione di intenzioni o azioni, ma solo di definizioni. Sono i media a definire anti-politico qualcosa o qualcuno, sono i media a far montare una discussione su cosa sia politico e cosa sia anti.
Ma al pubblico, ai lettori, ai navigatori cosa arriva?
Quello che serve prima di tutto per stare al mondo è potersi inserire in una definizione, appartenere a qualcosa che altri possono definire, anche e soprattutto senza capirlo! E allora viva l’anti-politica.