
Inizia da qui una serie di post che dedicherò alla Second Screen Experience. In Italia non si trovano molte informazioni al riguardo anche se si tratta di un’azione praticata e radicata ormai nelle abitudini delle persone. Cercherò di condividere con voi un po’ di informazioni al riguardo.
Questo fenomeno non è ancora stato studiato – almeno in Italia. Un errore perché editori, TV, aziende troverebbero terreno fertile per i loro affari. In più si tratta di analizzare un fenomeno sociologico che racconta come il digitale sia ormai esperienza quotidiana e consolidata nella vita di ognuno di noi. Da sempre i telespettatori, davanti all TV, erano impegnati in altre attività, ora queste azioni sono tracciabili.
Iniziamo il racconto partendo dalle definizioni:
La second screen experience è innanzitutto un’azione, un’esperienza condivisa.
Un’esperienza di visione televisiva interattiva. Un’azione che permette alla TV (o meglio al programmaTV in onda) di avvicinare il pubblico grazie alla storia che sta raccontando.
DA ESPERIENZA PASSIVA ————————————–> A ESPERIENZA ATTIVA
La definizione che più mi piace di quelle che ho trovato fino ad ora è quella di Deb Roy:
Una colonna sonora social per la TV
Roy spiega che i social stanno avendo lo stesso effetto che l’introduzione del suono ha sortito nei film, prima muti.
Altre definizioni:
L’uso di un secondo schermo (tablet, smartphone, pc) per fornire una migliore esperienza visiva dei contenuti TV. L’uso del second screen per fornire funzioni interattive durante la fruizione del contenuto “lineare”(classico, il programmaTV) grazie ad una app apposita o in tempo reale con l’interazione sulle piattaforme social. Così la TV diventa #socialTV.
Il “secondo schermo” connette gli utenti tra loro. Piattaforme come Twitter e Facebook, permettono di condividere le proprie esperienze di fruizione di contenuti con altri, e offre nuove opportunità per chi i contenuti li distribuisce.
<<<AGGIORNAMENTO – UPTODATE>>>
Una riflessione sulle definizioni qui sopra.Cambiare la TV in un mezzo interattivo, partecipativo può voler dire che la #2ndscreen è pronta per diventare la prima esperienza di fruizione televisiva. Per chi crea contenuti è un grave errore non tenere conto della presenza dei “secondi schermi”. Ciò a cui si tende è una sempre più profonda integrazione dei contenuti costruiti su misura.
<<<AGGIORNAMENTO – UPTODATE>>>
E’ ancora tutto fumoso? Ecco un esempio concreto di cosa significa:
Durante una partita di calcio (ahimè siamo in Italia!) permettere agli utenti, tramite un applicazione di avere a disposizione le classifiche, tutte le statistiche in real time (possesso palla, tiri in porta…) le biografie dei calciatori, le fidanzate… e quant’altro può passare per la testa di chi sta guardando il match.
Vien da sé che oltre all’uso sul second screen della app dedicata, le piattaforme social sono l’ideale sulle quali commentare con chi, in un altro salotto, sta guardando la stessa partita.
Usate l’hashtag: #2ndscreen e #socialTV per aggiornamenti